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Serial killer

Storia del caso Charles Manson

Vincent Bugliosi – Curt Gentry, Helter Skelter

Storia del caso Charles Manson Traduzione di A. Piccato 561 pag., Mondadori (Strade blu)

“Tutto sommato, stupisce che quasi nessuno abbia sentito nulla. Ma era tardi, dopo la mezzanotte, e la casa al 10050 di Cielo Drive era piuttosto isolata. Ed essendo isolata, era anche vulnerabile.”  Lo strillo di copertina, “7 milioni di copie vendute negli Stati Uniti”, è di quelli da urlo, mentre la storia che si racconta è uno degli incubi che per l’America è ancora una ferita aperta. Lacerante. È la storia di Charles Manson, l’uomo che con la sua “famiglia” comunità hippy nel 1969 sconvolse il mondo intero con una delle stragi più efferate mai commesse. È la notte tra il 9 e il 10 agosto e in una villa di Bel Air, quartiere vip di Los Angeles, la moglie del regista Roman Polansky, Sharon Tate, viene brutalmente uccisa assieme ad alcuni amici. È l’inizio di una notte di follia che marchierà per sempre l’immaginario collettivo di più di una generazione.

Autore e regista della strage è Charles Manson. Ma chi è in realtà Charles Manson? In Helter Skelter Vincent Bugliosi e Curt Gentry ce lo raccontano oltre le sbarre di una vita diventata, per molti, un simbolo mediatico. Un Che Guevara dell’orrore, un Hunter Thompson dal grilletto impazzito, diventato suo malgrado un’icona di quei favolosi e terribili Sixties. Gli autori di Helter Skelter, la canzone dei Beatles che Manson e la sua setta avevano eletto a manifesto del proprio delirio emo-lisergico. Secondo Manson il brano dei Fab Four conteneva messaggi subliminali: l’annuncio cifrato dell’imminente giorno del giudizio e l’ arrivo di un’Apocalisse che avrebbe portato i neri a prendere il potere per sterminare tutti i bianchi d’America. Per questo Manson, per questo la sua “famiglia”, una comunità-setta formata da balordi annebbiati dagli acidi, ha creduto che il massacro di Bel Air fosse l’inizio di una controffensiva al “black power”.

Le oltre cinquecento pagine di Helter Skelter, a parte qualche passaggio onestamente troppo tecnico, si leggono come si possono leggere i migliori romanzi di Elllroy. La differenza è che qui è tutto vero: tutto trucidamene vero. Ai limiti di quella follia che è poi esplosa nella realtà. Ma la vera follia è che molte delle affermazioni di Manson non sono così poi così folli. Non a caso gli autori sottolineano come il caso Manson rappresenti “la fine dell’innocenza” di un paese che innocente non lo era certo. Un’America capace di produrre “serial killer” a ripetizione, assassini seriali: in serie, con lo stampino, ognuno con la propria peculiarità, ma ognuno al contempo vittima e carnefice di un sistema che, lo vediamo ogni giorno, ci colonizza con non valori spacciati come valori. Helter Skelter è un disco che (ri)gira nelle nostre coscienze, nelle nostre vite ultrapiatte, (tele)comandate: pronte a condannare, con un tasto o un semplice commento, un mondo che continua a girare.

A vuoto e dalla parte sbagliata. Leggete Helter Skelter: tanto poi, è semplice, basta cambiare canale e la nostra esistenza torna ad essere il più avvilente e triste degli “studio aperto”. Di Gian Paolo Serino Sia nel numero 39 e sia nel numero 26 ho consigliato lo stesso libro, Un estraneo al mio fianco. Rimedio subito consigliando, oltre il su citato Helter Skelter, anche il catalogo della mostra Roma in nera. Della Palombi Editore, si trova sia alla mostra omonima, già segnalata, ma anche nelle librerie.

Omicida e artista













La sanguinosa storia dei serial killer

di Andrea Accorsi e Massimo Centini

Newton & Compton editori

Negli ultimi anni, il fenomeno dei “serial killer” è entrato prepotentemente nel nostro Paese, facendo sì che prendessimo coscienza di una realtà creduta dominio quasi unico degli Stati Uniti: terra di paradossi in cui accadono fatti, nel bene e nel male, considerati impossibili, o quantomeno lontani anni luce, dalla vecchia Europa. Invece non è così. Nel nostro paese i casi sono, e sono stati, numerosi, e non solo a partire dal XX secolo. Infatti le prime fonti che possediamo risalgono al XIX secolo, ma è certo che crimini del genere si sono verificati anche in un passato più lontano. In questo libro, gli autori, un giornalista con esperienza di “nera” e un antropologo attento agli aspetti più inquietanti del nostro tempo, ci offrono una dettagliata e ampia rassegna di casi che porta alla ribalta fatti spesso dimenticati, o sconosciuti alla maggioranza, come quello della “jena di San Giorgio”, o del “vampiro della Bergamasca”, o del “Landau del Tevere”, per giungere a personaggi che dalla cronaca sono entrati nell’immaginario di molti di noi. Basti ricordare Gino Girolimoni, o la “saponificatrice di Correggio” fino al famigerato “mostro di Firenze”.

Il libro analizza inoltre tutti i casi che, fino ad oggi, hanno dato non poco filo da torcere agli investigatori a che hanno trovato ampia eco nei mass media: da Ludwig a Bilancia, da Minghella a una bomber. Il lettore si trova al cospetto di un’ampia casistica che non viene esclusivamente trattata come fatto di cronaca, poiché i singoli personaggi e il loro modus operandi sono analizzati in modo da offrire il più elevato numero di spunti che permettano di capire che cosa alimenti la furia omicida di un serial killer. Attraverso l’analisi dei singoli casi, si ha modo di scorgere quanto sia cambiato il metodo di approccio investigativo, che dalle più arcaiche teorie lombrosiane è giunto ad avvalersi dei più recenti e sofisticati sistemi di indagine. Dopo alcuni capitoli introduttivi sul fenomeno dell’omicidio seriale, il lettore troverà, proposti cronologicamente, tutti i casi di serial killer italiani, che dall’Ottocento ad oggi hanno scritto con il sangue pagine oscure in cui la follia e la morte sono diventate protagoniste primarie.

I serial Killer

Gordiano Lupi

Cento anni di casi agghiaccianti, da Vincenzo Verzeni a Donato Bilancia

Assassini seriali. Da Vincenzo Verzeni alla saponificatrice di Correggio, dal mostro di Firenze a Donato Bilancia e Michele Profeta, passando dai casi Succo, Stevanin e Chiatti. Con piglio giornalistico e quasi in presa diretta, l’autore passa in rassegna la lunga galleria di casi avvenuti a partire dalla fine dell’Ottocento sino ai giorni nostri. In un paese, l’Italia, che resta tra i più colpiti dal fenomeno. Il disordine mentale, il dolore, la passionalità assassina, il bieco interesse, ma anche gli errori della scienza, le manipolazioni mediatiche, le intrusioni politiche, le reazioni dei familiari, la ferocia scatenata della folla. La sfera d’azione dei serial killer si presenta estremamente complessa e non riducibile al solo assassinio efferato e alla vittima indifesa. Rientra in gioco, accanto alla terminologia scientifica corrente, il concetto più emotivo e popolare di «mostro». Una psicosi che influenza la cultura del quotidiano, la letteratura, le arti visive come il cinema e la fiction televisiva. Costrette a rincorrere, col fiato corto, una realtà che supera, da sempre, la più sbrigliata delle fantasie.





Diciassette omicidi per caso

Di Ilaria Cavo

Storia vera di Donato Bilancia il serial killer dei treni

Il libro: Donato Bilancia è stato il più ‘prolifico’ serial killer della storia criminale italiana. Nonchè quello che vanta il maggior numero di omicidi commessi nel minor tempo: 17 persone in meno di 6 mesi, tra il 1997 e il 1998. La sua è stata certamente una delle vicende di cronaca nera che piu hanno tenuto il paese con il fiato sospeso, e tuttora è scolpita nella memoria collettiva come quella della dei ‘delitti sul treno’. Ilaria Cavo è l’unica giornalista che ha incontrato Bilancia in carcere dopo la sua condanna a diciassette ergastoli e ne ha raccolto lunghe e importanti dichiarazioni, che potrebbero anche far riaprire il suo caso. Con la collaborazione del pubblico ministero Enrico Zucca, che aveva coordinato le indagini in seguito alle quali Bilancia era stato arrestato, la giornalista ricostruisce questa drammatica sequenza di assassinii intrecciando le parole del serial killer con quelle del magistrato, in una sorta di confronto a distanza alla ricerca di una verità che neppure il processo è riuscito ad accertare aldilà di ogni dubbio. Un libro agghiacciante, che scava in profondità in una storia terribile e mai raccontata. Di Ilaria Cavo, giornalista, dopo essersi occupata dei grandi casi criminali italiani per ‘Porta a porta’ di Bruno Vespa, oggi inviata speciale del Tg5 Collana: Strade Blu Saggistica Pagine: 204

 

12 donne un assassino

Un estraneo al mio fianco di Ann Rule

Longanesi, Il Cammeo, pp. 576

In questo libro si narra di una storia realmente accaduta, la vicenda di uno dei serial killer americani più noti:Theodore Robert Bundy. Ann Rule, giornalista, ex poliziotta, scrisse questo libro sei anni prima di venire a conoscenza di chi fosse il colpevole. Doveva essere, infatti, il resoconto di diversi omicidi irrisolti di ragazze; uno dei tanti libri scritti da una giornalista di cronaca nera. La Rule, invece, si trovò ad affrontare una tremenda verità : l’individuo al centro delle indagini della polizia, non era affatto un estraneo, ma un suo caro amico. Nonostante questo, è da ammirare il suo modo di scrivere che, pur sfiorando di continuo la sua vita privata, non è mai inciampato in giudizi di carattere personale. Ha saputo riportare tutti i fatti così come sono accaduti, parlando delle persone coinvolte dalla follia omicida di Bundy. Ha descritto la vita di Ted, i suoi rapporti con lui, ricordandolo come un caro amico, riuscendo a de-scrivere la sua incredulità , la sua fatica ad accettare che Bundy fosse quel Ted.

Lo ha fatto restando un gradino più in alto, dal quale descrivere e guardare a quella storia da un punto di vista distaccato. La vicenda di Ted Bundy è durata anni: dal 1974, al 1980. Conclusasi per sempre nel 24 gennaio 1989, con l’esecuzione di Ted. Leggendo le pagine scritte dalla Rule, si comprende che non può esserci una fine per le persone coinvolte: per i parenti delle vittime, i mariti, chi ha creduto nell’innocenza di Bundy, lei stessa. Ancora oggi, infatti, nonostan-te siano passati anni dalla morte di Ted, c’è ancora chi le chiede come fosse, impedendole di dimenticare. Così lo descrive Ann Rule: “Ted Bundy appariva agli occhi del mondo come un uomo affascinante, con un corpo curato nei minimi dettagli, una barriera di forza per impedire di vedere il terrore che vi regnava dentro. Era brillante, uno studente capace di distinguersi, spiritoso, loquace e convincente.

Adorava sciare, andare in barca a vela e fare camminate. Prediligeva la cucina francese, il buon vino bianco ed era un buongustaio. Ama-va Mozart e i film <<difficili>> che nessuno conosceva. Sapeva esattamente qual era il momento più adatto per spedire fiori e biglietti sentimentali. Le sue poesie d’amore erano tenere e romantiche. Eppure, in realtà , Ted teneva di più agli oggetti che alle persone”. In realtà , era sempre stato pesantemente svantaggiato, proprio come una persona sorda, cieca o paralizzata. Ted era privo di coscienza”. Una persona che avrebbe potuto essere come chiunque di noi se … Per scoprirlo, vi consiglio di leggere questo libro scritto con sensibilità e perizia e che, soprattutto, non giudica. Dopo l’esecuzione del suo amico, Ann scrisse: ” Il Ted che avrebbe potuto vivere e il Ted che era vissuto morirono entrambi il 24 gennaio 1989.

Paolo de Pasquali





I serial Killer Italiani

Vincenzo M.Mastronardi – Ruben De Luca

Il volto segreto degli assassini seriali:

Chi sono e cosa pensano?

Come e perché uccidono?

La riabilitazione è possibile?

I serial killer sono sempre più presenti ormai nel nostro immaginario collettivo, come inquietanti “mostri” al centro di film e romanzi, che ne danno però spesso una rappresentazione distorta, incentrata sulla morbosità e la perversione. Questo libro intende mostrare al lettore il volto reale dei serial killer: chi sono, perché uccidono, cosa contraddistingue la loro “umanità”, quali sono le strategie per catturarli e i possibili trattamenti di riabilitazione. Per illustrare la loro psicologia nella prima parte è riportata una raccolta di brani di diari, lettere e interviste. La seconda parte del volume entra nello specifico delle efferatezze compiute dagli assassini seriali: dalle donne; in Italia; in ambito sanitario; adescando le vittime su internet; in gruppo, in guerra o in connessione con la mafia. Analizzando un campione di 2239 assassini identificati, provenienti da tutto il mondo, gli autori coniugano la trattazione teorica alla rivisitazione dei casi più eclatanti in 207 schede informative; propongono inoltre una inedita classificazione motivazionale dell’omicidio seriale e una nuova ipotesi di trattamento per i colpevoli.

Questo volume si presenta quindi come un indispensabile strumento operativo per psicologi, criminologi, investigatori, avvocati, magistrati e per tutti gli altri operatori che, in qualche modo, entrano in contatto con questo tipo di crimine (ad esempio, scrittori, sceneggiatori e attori) ma, contemporaneamente, costituisce anche una guida e una lettura interessante per tutte quelle persone che sono semplicemente curiose di conoscere l’universo segreto dei serial killer. Vincenzo Maria Mastronardi, psichiatra, psicoterapeuta e criminologo, è titolare della cattedra di psicopatologia forense, direttore dell’Osservatorio dei comportamenti e della devianza, direttore del Master in Scienze criminologico-forensi presso la prima facoltà di medicina dell’Università di Roma “La Sapienza”. E’ docente di criminologia presso l’università di Roma Tre direttore dell’Istituto Internazionale di Scienze Criminologiche e Psichiatrico-forensi (Italia-USA). Autore di circa 210 pubblicazioni in tema di criminologia, psicopatologia forense, psicoterapia e comunicazione, è il direttore della collana di Psicologia dei comportamenti e della devianza della Armando Editore. E’ il direttore responsabile della rivista “Rassegna di Psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia Forense” dell’Università di Roma “La Sapienza”. Con la Newton & Compton ha pubblicato il volume Terroristi (2004), scritto da Silvia Leo.  Ruben De Luca, psicologo, criminologo, collabora con l’Osservatorio dei comportamenti e della devianza presso la prima facoltà di Medicina dell’Università di Roma “La Sapienza”. Tra le sue ultime pubblicazioni: Anatomia del Serial Killer (2001) e Il Terrore in casa nostra (2002)

Anatomia del serial killer 2000 (2001)

Giuffrè Editore, Milano, pp.XXVI+727


Il manuale di Ruben De Luca è frutto di una ricerca durata molti anni e si basa su un campione di 1.520 assassini seriali individuati in tutto il mondo. Lo scopo del libro è quello di analizzare il comportamento omicidiario seriale sotto diverse angolazioni, integrando i punti di vista psicologico e psicoanalitico con quello sociologico e criminologico. Accanto, quindi, all’analisi dell’infanzia e dell’adolescenza degli assassini seriali, viene considerato il rapporto esistente fra il loro comportamento e il grado d’inserimento nel tessuto sociale (e, in particolare, nella società industrializzata occidentale).

Contemporaneamente, pur riconoscendo l’importanza che una sessualità deviata può avere, in molti casi, nell’orientamento omicidiario di questi soggetti, vengono analizzate anche quelle forme di omicidio seriale nelle quali il sesso non occupa un posto di rilievo e che l’Autore definisce forme atipiche di omicidio seriale. Per la prima volta, viene presentata ESKIDAB 2000, una banca dati che raccoglie tutti i casi di assassini seriali identificati che hanno agito in Europa e che vuole rappresentare uno strumento di aiuto nell’investigazione di un caso del genere, permettendo di comparare un omicidio avvenuto su territorio europeo agli altri inseriti nella banca dati per verificare l’esistenza o meno di similitudini. Ruben De Luca propone anche una nuova definizione di omicidio seriale, differente da quella storica dell’FBI e più attinente alla realtà casistica internazionale studiata, e una serie di tabelle che forniscono una visione d’insieme e sintetica del fenomeno rispetto ad alcune variabili particolarmente significative (tipologia delle famiglie d’origine, lavoro svolto, arma usata, ecc.). Particolare attenzione viene dedicata all’analisi dell’omicidio seriale in Italia e a diversi aspetti che, negli altri libri che si occupano dell’argomento, di solito non vengono trattati oppure appena accennati: la donna-serial killer, omicidio seriale e Internet, problematiche riguardanti l’investigazione, ecc.